Tappa 05 - San Filippo a Ponzano - Larniano

 


San Filippo a Ponzano - Larniano
Distance: 35 km - 939 m Ascent - 781 m Descent

La prima notte senza pioggia è quella del quinto giorno. Siamo in partenza e le strade, appena messe le nostre gomme sull'asfalto sono incredibilmente asciutte. Di certo siamo stati fortunati perchè da Livorno, fin qui, a San Filippo a Ponzano.  non abbiamo mai preso una goccia d'acqua. In compenso, però, un itinerario che ci ha dato davvero tante soddisfazioni e anche quest'oggi non ci siamo fatti mancare proprio niente perchè, passando per questi stupendi borghi, ti vien voglia di proseguire sempre per un'altra tappa senza fermarti mai. Adesso mancano davvero pochi chilometri per  arrivare all'imbocco del tratto Valdelsa-Assisi dello scorso anno ma in cuor nostro non vorremmo finire così presto quest'avventura che ci ha regalato davvero una nuova serie di esperienze che non dimenticheremo tanto facilmente. Tanta roba davvero e tra storia, paesaggi favolosi e cene, all'insegna dei prodotti tipici, come faremo a scordarci di questi bellissimi giorni passati in compagnia.

Serata e cena fantastica all'Agriturismo Le Cantinacce dove abbiamo assaggiato un'altra volta i sapori di Toscana con menù a base di carne tra qualche buon bicchiere di vino e tante risate. La notte è passata tranquilla, nella quiete e silenzio più totale presso l'Hotel Primavera e questa mattina al risveglio una bella colazione a base di brioche succhi di frutta, cappuccini, biscotti fette biscottate marmellata e quant'altro trovate sul bel tavolo a self service davvero ricco di prodotti. Salutiamo i proprietari ed una volta ritirate le nostre mountain bike dal locale che, anche in questa struttura abbiamo avuto a disposizione, iniziamo i preparativi per rimettere sui nostri mezzi, come nei giorni precedenti, tutta la nostra attrezzatura. 

Si parte con un giornata non proprio limpidissima e con una temperatura non eccessivamente elevata ma il cielo quest'oggi è di un colore diverso rispetto ai giorni precedenti. Speriamo perché non è mai detta l'ultima parola con questo mese di maggio davvero pazzerello, più di aprile. Usciamo dal parcheggio antistante l'hotel e ci teniamo a sinistra imboccando la  SR2   che secondo il nostro navigatore dovremmo lasciare dopo circa un chilometro e mezzo per girare in una sterrata che scende nella valle e risale dalla parte opposta nel mezzo di campi coltivati e qualche vigneto. Arrivati all'imbocco del sentiero lo troviamo malmesso e con erba molto alta nel centro e ci proviamo a scendere per un breve tratto ma, visto che la condizione non migliora, decidiamo di guardare se esistono altre alternative. 

Purtroppo in questo tratto di sterrate che ci facciano lasciare la strada Regionale non ce ne sono però abbiamo la possibilità di prendere un'altra stradina poco più avanti per rientrare sulla nostra traccia originale. Paesaggio fin qui molto bello con queste colline verdi dove la vite la fa da padrone e nonostante stiamo procedendo su una strada a grande percorribilità automobilistica di auto che ci sorpassano ce ne sono ma non certamente come quelli a cui siamo abituati (dalle nostre parti su una strada regionale come questa non dico che ci sarebbero state code, ma poco ci mancava). Superiamo le piccole località di Sosta del Papa (Sec. XIX) San Martino, Cipressino e giriamo a destra quando arriviamo alla zona industriale Valcanoro. La strada, sempre asfaltata, risale subito e passa a fianco al piccolo centro di Linari e sempre in salita ci portiamo in direzione di Sant'Appiano

Già dal basso il campanile della Chiesa del piccolo borgo si vede svettare tra gli alberi e lo raggiungiamo dopo aver percorso 3 km tra uliveti e viste sulla campagna davvero stupende. Quando arriviamo la scala che risale verso la Pieve di Sant'Appiano (Sec. X - dedicata al santo a cui tradizionalmente viene attribuita l'evangelizzazione della Valdelsa)  è in manutenzione e quindi la superiamo senza fermarci e ci perdiamo la visita di una delle più belle chiese della Valdelsa. Lasciamo il paesino e proseguiamo sulla bella stradina senza mai incontrare mezzi motorizzati e proseguiamo verso il bivio tra uliveti e vigneti. Al primo ci teniamo a sinistra e procediamo in un tratto pianeggiante fino a quando raggiungiamo il bivio successivo dove giriamo a sinistra, seguendo le indicazioni per Certaldo

Imbocchiamo la  Strada di Poneta  e seguiamo questa bella stradina per circa 1000 m poi al bivio ci teniamo a sinistra e andiamo a percorrere la  Strada di Vico  superando il piccolo centro di Pastine. Seguendo la stretta stradina, che passa nel mezzo di un tratto boscoso, e continua con belle curve che seguono l'andamento collinare ed arriviamo a Vico d'Elsa. Risaliamo verso il centro storico del borgo, con una strada ovviamente in salita percorrendo prima via della Villa ed arrivando in piazza L. Fratini. Le vecchie case le troviamo quando imbocchiamo via P. Bartalini che prosegue verso Piazza Torrigiani dove giriamo a destra per portarci in direzione della Chiesa di Sant'Andrea.(Sec. XIV). Porta chiusa e quindi non accessibile, all'interno, anche se sono le 10:30 del mattino, peccato. 

Non è la prima e non sarà l'ultima e quindi non ci resta che scendere di sella e andare a gustarci un buon caffè nell'attiguo bar sulla piazza. Non ci sono persone in giro, il paese, seppur abitato, sembra una ghost town. Entrando nel bar, veniamo invece accolti molto cordialmente dalla proprietaria che vedendoci bardati con tanto di zaini ci chiede da dove arriviamo e dove siamo diretti… tra qualche battuta e un sorso di buon caffè gli spieghiamo l'itinerario che andremo a seguire da questo punto fino all'arrivo. (Nota del giorno...... :Oh… non c'è mai una volta che troviamo qualcuno che ci dice… ah ma siete arrivati e adesso la strada è tutta in discesa… ed anche questa volta ecco il solito avvertimento… per arrivare a San Gimignano, prossima meta, sarà salita…..) Non che non lo sapessimo ma sentirtelo dire dopo che hai già percorso 15 chilometri non è bello…. No… non è bello…. 

Ci facciamo però una risata sopra e dopo aver pagato usciamo. Incredibilmente… all'uscita dal bar una persona la troviamo, una ragazza anch'essa incuriosita da questi cinque ceffi che transitano in paese a quest'ora? Scherzo e ci mettiamo a parlare pure con lei che comunque è della nostra stessa opinione sulla presenza di così poche persone tra le vie del piccolo paesino. La salutiamo e ci rimettiamo in sella ed andiamo ad immetterci nella  Strada delle Sallacce  che in bella discesa tra filari di viti ci porta fino al bivio sulla  SR429 -Strada regionale della Val d'Elsa dove ci teniamo a destra arrivando alla rotonda. Prendiamo la terza uscita e dopo aver superato il ponte sulla ferrovia arriviamo all'altra rotonda e la attraversiamo uscendo su via Pisana. Attraversiamo il piccolo ponte sul fiume Elsa e seguiamo un tratto di 800 m sulla  SP95  girando a destra quando troviamo l'indicazione La Ripa

La stretta stradina asfaltata diventa quasi subito sterrata e passando nel mezzo dei bei vigneti della Vernaccia proseguiamo al momento in un tratto abbastanza pianeggiante. Sappiamo già che non sarà così per molto, ma la nostra paura è quella di trovare, più avanti, qualche tratto dove il fango diventa appiccicoso e nel mezzo dei vigneti abbiamo già provato a nostre spese che molto spesso il fondo è proprio di questo tipo. Per il momento avanziamo su una bella strada bianca con qualche buca dove siamo costretti a zigzagare per non entrare in questi piccoli laghi di cui non conosciamo la profondità. Incontrando un fattore, che si sta recando alla vigna chiedo se la sulla strada, che stiamo seguendo, ci siano dei cancelli oppure divieti di accesso. 

Ci dice anche di rimanere su questa sterrata dove non ci sono ostacoli e che la utilizzano tutti i giorni per l'andirivieni da e per le vigne. Lo ringrazio e proseguo verso il piccolo gruppetto che nel frattempo si è fermato ad aspettarmi. Informo gli amici e ripartiamo aggirando un bellissimo vigneto e portandoci su un'altra sterrata dove il fondo adesso cambia ma è tutto comunque pedalabile. Tutte le persone che abbiamo trovato finora sono state gentilissime con noi e anche questa non è stata da meno. La stradina si immette poi nel bosco e inizia la salita dove in brevi tratti dobbiamo scendere di sella per il fondo viscido ma sono pochi metri (se il fondo fosse stato regolare e non bagnato come oggi si sarebbe potuto rimanerci, ma va bene anche così. 

Superiamo gli agriturismi ed in leggera discesa arriviamo ad incrociare la  SP127  dove giriamo a destra passando nel mezzo dei grandi vigneti con la strada che continua in falsopiano seguiamo le frecce con l'indicazione Casale-Ponte Rondolino e lasciando la provinciale ci portiamo in discesa sulla stradina che tra un vigneto ed un uliveto ci conduce all'esterno sul piazzale di una cantina. Lo superiamo e su strada bianca giriamo a sinistra passando il piccolo ponte sul torrente Borro Vergaia e subito dopo ci attende la rampa di oltre un chilometro che però ti vien voglia di provarla e riprovarla perché si trova in un paesaggio davvero unico. La collina dove sorge San Gimignano, è visibile da qui con le sue torri che svettano nel cielo azzurro, dall'altra parte la collina dove il vigneto si perde a vista d'occhio e gli uomini che stanno lavorando la vigna si vedono talmente piccoli che sembrano lontanissimi. 

Su questa bellissima strada bianca che attraversa quest'immenso vigneto non troviamo nessuno in giro se non noi cinque biker che si notano per il colore arancione dei copri zaini. Spettacolo nello Spettacolo… Arriviamo ad incrociare nuovamente la  SP127  e poco dopo passiamo accanto alla piccola località Santa Croce prima di raggiungere il grande svincolo di San Gimignano dove giriamo a sinistra ed arrivati davanti alla casa dove c'è la scritta del paese ci teniamo a sinistra.  Utilizzando un tratto ciclo pedonale entriamo all'interno del borgo per Porta San Matteo (che è posta sulla Via Francigena in direzione Pisa)  Entrati all'interno troviamo un sacco di turisti di nazionalità diverse dove passando, loro accanto, si sentono le varie cadenze delle lingue, si vedono gli atteggiamenti ed il modo diverso di approcciare le bellezze del nostro patrimonio artistico. 

Andiamo adagio e cerchiamo di recare il minor disagio possibile ai pedoni, che sono tantissimi, e mentre stiamo percorrendo via San Matteo, caratteristica via del centro storico, veniamo fermati da una pattuglia di Polizia Urbana che intima di scendere di sella e proseguire a piedi. La strada è in leggera salita e piena di negozi, bar, ristoranti e qualsivoglia locale. Decidiamo così, adesso che siamo praticamente quasi alla fine del percorso, di concederci il gusto di una buona pizza che non assaggiamo da cinque giorni… Parcheggiate le nostre mountain bike vicino ai nostri tavoli e tolto dalle spalle il peso dello zaino ci sediamo e incredibilmente, poco dopo, una lunga serie di furgoni adibiti al mercato attraversa tutta la via e con manovre abbastanza delicate curvano all'interno di queste strette viuzze dove poco prima noi non potevamo passare se non spingendo i nostri mezzi… incongruenze di metodo che certe volte ti lasciano a bocca aperta…. Ma va bene così…. 

Terminato il pranzo ci rimettiamo in cammino e proseguendo sulla viuzza incontriamo Torre Chigi (Sec. XIII -La torre, sebbene non molto alta, è una delle più belle della città) e Torre Rognosa (Sec. XIII - detta anche torre dell'Orologio o torre del Podestà, è una delle più alte e meglio conservate si eleva in piazza del Duomo dal palazzo vecchio del Podestà) ed arriviamo in piazza delle Erbe che si trova a fianco di piazza Duomo. Da qui possiamo ammirare il Duomo di San Gimignano o Collegiata di Santa Maria Assunta (Sec. X - è situata alla sommità di un'ampia scalinata dalla quale domina il lato occidentale della piazza. Eretta forse nel 1056 e sicuramente consacrata nel 1148 venne prima ristrutturata nel 1239 e poi ingrandita nel 1460 su progetto di Giuliano da Maiano) foto di rito con il duomo alle spalle, che gentilmente ci scatta un'americano di passaggio con varie pose, e si riparte. 

Passiamo per la Torre Grossa (Sec. XIII - La Torre Grossa è la torre più alta (da cui il nome) e si trova in piazza del Duomo, accanto al palazzo nuovo del Podestà) la Torre del Diavolo (Sec. XIII -Il nome deriverebbe, secondo la leggenda, dalla prodigiosa sopraelevazione che il proprietario avrebbe un giorno constatato con sorpresa di ritorno da un viaggio: l'opera sarebbe stata ritenuta un artificio del Demonio) e la bella Piazza della Cisterna (Sec. XIII -La piazza prende il nome dalla sottostante cisterna sormontata da una monumentale vela di pozzo in travertino su piedistallo ottagonale, ampliata nel 1346 sotto il podestà Guccio Malavolti, posta in posizione leggermente decentrata). Anche in questa piazza c'è un numero impressionante di persone e c'è la fila per prendere il gelato nella famosissima gelateria che si trova sulla destra provenendo da piazza Duomo. 

Possiamo, adesso, risalire in sella ed andiamo a percorrere via del Castello ed in discesa superiamo la piccola Chiesa di San Lorenzo al Ponte (Sec. XIII - deriva il suo nome dall'esser situata nei pressi del luogo dove un tempo si trovava un ponte levatoio che permetteva il collegamento tra la strada che conduce in Piazza della Cisterna e l'antico castello del vescovo) ci porta bivio dove giriamo a destra su via Santo Stefano per girare ancora a destra quando troviamo via Piandornella. Lo stretto vicolo, leggermente in salita, ci fa arrivare su via San Giovanni. Girando a sinistra percorriamo quest'altra viuzza colma di turisti ed arriviamo a superare Porta San Giovanni dove usciamo dalle mura del borgo. Aggiriamo la grande aiuola, che fa da rotonda, e ci immettiamo sulla  SP1  a sinistra arrivando, dopo la curva, alla rotonda successiva dove giriamo a destra imboccando un brevissimo tratto della  SP47 .

Giriamo, poi, subito a sinistra per percorrere la  Strada Comunale di Santa Lucia   ed arriviamo al Convento di Monte Oliveto Minore.(Sec. XIV - Il monastero di Santa Maria Assunta a Monte Oliveto Minore, noto anche come convento di Monte Oliveto è situato nell'omonima località e presenta la chiesa con facciata in pietra ed in basso un portico su colonne, a sinistra il chiostro quattrocentesco con, su tre lati, un portico ad arcate su colonne). Come in altri casi anche questo bell'edifico è chiuso ed in parte in manutenzione e perciò è anche difficilissimo scattare qualche fotografia evitando di prendere i ponteggi vari che si alzano a fianco della struttura. La parte bella è anche su retro della Chiesa dove si trova l'abside a forma semicircolare. La visita dura perciò solo il tempo degli scatti fotografici ed è un vero peccato perché vedere anche l'interno di questa struttura non sarebbe stato cosi tanto male… ce ne facciamo una ragione e ripartiamo. Ci riportiamo sulla  Strada Comunale di Santa Lucia  e la percorriamo nel senso opposto a quello precedente ed arriviamo nuovamente alla rotonda e davanti all'entrata di Porta San Giovanni a San Gimignano.

Questa volta giriamo a destra e andiamo a percorrere via dei Fossi per girare poi a sinistra su via dei Cappelletti e andare a riprendere la  SP1  dove giriamo a sinistra per andare in direzione di Larniano. Arriviamo alla rotonda e ci teniamo a sinistra per immetterci sulla  SP69  che, costantemente in salita,  supera le località Montese, Pietrefocaie, CellolePoggio alla Città, Buon Riposo prima di arrivare al bivio per Larniano che raggiungiamo dopo aver percorso 1000 metri su strada prima asfaltata e poi su sterrata bianca. Ad attenderci Carla, per cui ci sentiamo subito a nostro agio dopo una visita a questo bellissimo borgo medioevale con torre e Chiesa annessa. Prima però un assaggio di Vernaccia, produzione della Fattoria, non ce lo facciamo mancare perché non si può resistere a queste tentazioni….. È però ora di andarci a preparare e poi la cena con Carla, Stefano e Laura che sarà per noi una sorpresa….. Concludiamo così in bellezza, anche oggi, questa nostra tappa in cui abbiamo goduto gli spazi dei bellissimi paesaggi da favola ed infine tanta storia man mano che avvicinavamo e raggiungevamo San Gimignano.

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