Tappa 04 - San Casciano Val di Pesa - San Filippo a Ponzano





San Casciano Val di Pesa - San Filippo a Ponzano
Distance: 48 km - 1.235 m Ascent - 1.066 Descent 

Tappa non molto lunga ma, anche quella di quest'oggi, abbastanza impegnativa. E' la quarta giornata di fila che siamo in sella e adesso un po' di stanchezza comincia ad affiorare. Non sono però i km che ci spaventano ma sono lo zaino e le borse che ci portiamo appresso che iniziano a pesare. Quest'oggi passiamo dalla Val di Pesa alla Valdelsa superando tante belle colline seguendo bellissimi sterrati, a tratti impegnativi, rimanendo nel contesto di bellissimi boschi dove incontrare qualcuno è davvero difficile se non quasi impossibile ma, quando le persone si trovano, sono davvero affabili e si fermano con il gusto di sapere da dove veniamo e dove stiamo andando perché, forse, di biker qui ce ne sono ma con gli zaini in spalla credo ne passino davvero pochi. Qualcuno ci mette in guardia da incontri con la fauna selvatica, come Cervi, Daini, Cinghiali, Caprioli e Lupi con storie bellissime di chi vive qui da una vita e ha visto veramente di tutto in questo bellissimo territorio. Oltre a questo i vigneti nella tappa di oggi la faranno da padrone ed entreremo nella patria del Chianti DocG nella raffinatezza del territorio che l'uomo ha saputo plasmare. E per finire la storia con i Castelli, i borghi e le Chiese che troviamo sulla strada dove il tempo sembra essersi fermato.

Ieri sera dopo una cena davvero molto buona presso il Trattoria di Sor Paolo a base di piatti locali e con quel bel bicchiere di vino che in certi momenti non guasta siamo ritornati in camera già abbastanza carichi per il viaggio di quest'oggi. Un bella nottata passata nella tranquillità dell'Hotel di Sor Paolo e ci si alza facendo una bella e sana colazione a base di cappuccino, brioche, biscotti, torte e per chi vuole anche un bell'uovo alla coque con pane abbrustolito. Saldato il conto e ringraziato il personale che è davvero gentilissimo iniziamo i preparativi per la partenza. Ci portiamo nel box, messoci a disposizione, rimontiamo borse, navigatori, batterie etc.… ed iniziamo la quarta tappa del nostro percorso. Uscendo dal cancello giriamo a destra, sulla  SR2  - strada statale Appia, ed in discesa arriviamo all'incrocio con la  SP3  - Strada Chiantigiana del Ferrone dove giriamo a destra e ne percorriamo poco più di 250 m. per girare poi a sinistra su via dei Falciani che con un rapido cambio di pendenza, in salita, ci porta nel mezzo delle case in località Falciani. Superiamo il piccolo agglomerato di case seguendo la strada asfaltata e dopo circa 400 m iniziamo a percorrere la bella sterrata che si inerpica a curve nel mezzo del bosco superando una casa dove troviamo dei bei cagnoloni che al di la della rete di cinta corrono a fianco a noi ed iniziano ad abbaiare quando usciamo dalla loro vista quasi a salutarci. 

Circa a metà salita la nostra traccia ci indica una deviazione a destra e così facciamo ma percorriamo non più di 2/300 m. di sterrata e poi ci troviamo la strada sbarrata da un bel cancello. Non c'è possibilità di passare oltre e questo comporterà una modifica alla traccia originale, ma siamo qui per questo, e dopo la solita fermata di controllo per visualizzare alternative sulle mappe ripartiamo scegliendo di proseguire sulla sterrata precedente. Arriviamo quindi in cima a Poggio delle Carraie (350 m s.l.m.) dove all'uscita dal bosco abbiamo una fantastica veduta su Impruneta e sulle colline circostanti. La strada cambia il fondo passando da sterrato ad asfalto ed adesso in discesa proseguendo su via Falciani arriviamo alla periferia del paese dove incrociamo via Papa Giovanni XXIII. La attraversiamo e seguiamo via Ho Chi Minh arrivando al bivio e giriamo a destra su via dei Popoli. In discesa arriviamo al parcheggio e tenendoci subito a sinistra imbocchiamo la stradina ciclo-pedonale che ci fa arrivare su via Case ed in rettilineo arriviamo in piazza Buondelmonti dove troviamo alla nostra destra la Basilica di Santa Maria all'Impruneta. (Sec. XI - Il Santuario di Santa Maria all'Impruneta è uno dei santuari mariani più celebri della Toscana. La sua fama si fonda sul culto della veneratissima Immagine della Vergine e del suo miracoloso ritrovamento). La piazza è veramente grande, peccato però che davanti alla basilica ci sia un grande parcheggio che rovina di fatto tutto il contesto, ma siamo in Italia. E' ora di prenderci un buon caffè e ci rechiamo nel bar sull'angolo, davanti alle navate del portico della Basilica e dopo averlo sorseggiato, con calma, salutiamo gli avventori che mentre usciamo ci guardano come se arrivassimo da chissadove.  

Riprendiamo la nostra rotta e attraversiamo in senso opposto la piazza per seguire a sinistra via della Fonte, via di Cappello e un tratto di strada provinciale del Ferrone che in parte è chiusa al traffico per lavori e quindi di  mezzi motorizzati non ne passano proprio. Dopo aver superato il breve tratto dove siamo costretti a scendere di sella per via della strettoia e del marciapiede riprendiamo la discesa che arriva fino all'incrocio sulla  SP3 . Facendo molta attenzione nell'immetterci giriamo a sinistra e procediamo sulla provinciale per circa 1,4 km poi quando raggiungiamo la località Il Ferrone, dopo la curva a destra, lasciamo la statale per girare a sinistra ed arriviamo a fianco della Chiesa di San Giorgio. Strada bianca, bellissima, che dopo un breve rettilineo pianeggiante inizia a salire con qualche curva. Incredibilmente arriva un'auto che suonando il clacson vuole la strada tutta per se e ci sorpassa a una velocità incredibile lasciando dietro di se un bel polverone nonostante la strada sia leggermente umida. Colmo dei colmi, la stessa auto la troviamo parcheggiata dopo la prima curva a destra della strada, nel mezzo di un piccolo vialetto che termina proprio dove c'è il mezzo…. Mah… tutto il mondo è paese…. Saliamo ancora per circa 5,5 km ed arriviamo a Poggio ai Mandorli dove giriamo a sinistra ed iniziamo la discesa, prima nel mezzo del bosco, poi tra dei bellissimi Vigneti. Chiedo, incrociando alcuni operai che stanno curando la vigna se su questa strada ci sono dei cancelli, prima di proseguire, mi risponde il fattore e mi comunica che il cancello effettivamente c'è ma possiamo aprirlo ma poi chiuderlo altrimenti entrano gli animali selvatici e rovinano vigna e raccolto. Così facciamo ed un volta passati tutti i componenti del gruppetto lo richiudiamo. 

La discesa su sterrata non è semplicissima perché il fondo risulta abbastanza sconnesso con qualche bella pietra nel mezzo ma si può fare tranquillamente in sella basta non prendere una folle velocità. Arriviamo persino a superare un piccolo guado che molto probabilmente esiste per via delle tante piogge dei giorni e delle settimane scorse ma in una stagione normale tutto questo viene sicuramente evitato. Raggiungiamo Ponte a Gabbiano dove troviamo l'incrocio con la  SP3  che in questo tratto diventa la Strada Provinciale per la Val di Greve e superato lo svincolo ci portiamo sulla  SP92  per percorrerne solo poche centinaia di metri e girare a sinistra sulla bella sterrata che parte su un bel viale di cipressi. A sinistra c'è un cartello di "Proprietà Privata" però non troviamo quello di Divieto d'Accesso e perciò dobbiamo decidere se proseguire oppure vedere di trovare un'alternativa. Decidiamo di proseguire per questa strada, controllando prima le mappe, e Rossano parte in perlustrazione per controllare se più avanti, dopo la curva, c'è comunque la possibilità di risalire la collina oppure no. Passano 5 minuti e suona il telefono, la risposta è quella che aspettavamo, la strada è libera e si può passare tranquillamente. Riprendiamo i nostri mezzi che avevamo appoggiato agli alberi e iniziamo la salita che dura poche centinaia di metri su questa stupenda stradina bianca che nel primo tratto passa tra un bosco e le viti e poi dopo la curva ci si trova davanti ad un paesaggio fantastico, da cartolina, dove oltre ad essere circondati da un grandissimo vigneto ci sono anche tantissimi ulivi e sullo sfondo, in alto sulla collina o poggio, come si vuol chiamare, il Castello di Gabbiano. (Sec. XV - che apparteneva a un ramo della famiglia dei Bardi fin dall'inizio del XV secolo, successivamente venne acquistato da Tommaso Soderini, padre del Gonfaloniere della Repubblica fiorentina, Pier Soderini). 

Non possiamo non fermarci per visitare l'esterno perché è una proprietà privata ma ci accontentiamo di guardarlo dall'esterno e iniziamo a scattare foto a raffica per immortalare i momenti in cui siamo passati di qui, ma anche per vedere il bellissimo paesaggio della vigna che si estende sulle colline circostanti fino a perdita d'occhio. Ci rimarrei le ore in questo posto così incantevole ma è ora di ripartire. Passando davanti al Castello giriamo a sinistra e seguiamo la stradina che porta alla Cantina e seguendo il viale di cipressi arriviamo ad un bivio dove giriamo a destra per scendere adesso fino all'incrocio con la  SP92 .  Giriamo a sinistra e andiamo a percorrere questa strada provinciale dove però il traffico è davvero scarso e arriviamo al piccolo centro di Quattro Strade dopo aver percorso il primo chilometro. Attraversiamo la  SP118   e andiamo su via Campoli in direzione del Castello di Palagio (Sec. XIII -  fortilizio segnato, nel corso dei secoli, da una serie di incursioni a cui ha sempre resistito. Nel 1320 il castello fu ampliato raggiungendo dimensioni più ampie di quelle attuali. Alla fine del '600 fu ceduto ai baroni Miniati, che lo trasformarono in villa arricchendolo di opere d'arte). Essendo anche questa una proprietà privata sono fortunato nel trovare il portone sul retro aperto e entro…. Sono subito fermato dal custode che mi informa del cartello e annuendo chiedo solamente se posso scattare qualche bella fotografia di queste mura esterne che si sono mantenute molto bene nonostante l'usura del tempo. Scatto le fotografie anche mentre sto parlando e non so quale risultato avrò e solamente dopo averlo ringraziato ho tutto il tempo per spostarmi e scegliere qualche bel particolare che mi rimarrà come ricordo. 

Prima di andarmene lo ringrazio e ci stringiamo persino la mano, come fossimo già diventati amici. Arrivato nuovamente al portone risalgo il sella e uscendo trovo gli amici, che non hanno voluto seguirmi all'interno, che stanno azzannando barrette e qualsiasi cosa di commestibile esca dalle loro borse o zaini. Riprendiamo il nostro bel percorso e poco dopo giriamo a destra su via Vallacchio una bella stradina bianca che passa prima nel mezzo del vigneto e successivamente attraversa il campo di ulivi e supera il piccolo borgo di Vallacchio arroccato in cima al poggio passando a fianco della piccola Cappella di Vallacchio, bel tratto di strada in discesa, molto impegnativa per la pendenza, che si immette nel mezzo del bosco e quando ne esce trova ancora uliveti e vigneti in continuazione. Arrivati al bivio ci teniamo a sinistra e ci portiamo su via Sant'Anna. Una bella stradina che scorre nel mezzo di questa stupenda valletta prima in falsopiano e poi dopo aver superato una casa, che troviamo alla nostra destra, inizia a salire prima leggermente e poi sempre di più ma con una pendenza abbastanza costante fino al bivio di Montefiridolfi. Sarebbe arrivato anche il momento di pranzare e il nostro stomaco ce lo ricorda, nel frattempo. Però siamo davvero sfortunati perché in questa piccola frazione non ci sono negozi di alimentari e nemmeno un'eventuale Osteria dove poter fermarsi. Passando accanto ad una casa una signora ci vede e ci chiede dove stiamo andando. Ci fermiamo tutti e spiegando il modo sommario il nostro percorso ci informa che anche più avanti troveremo ancora salite e la strada da percorrere, per arrivare alla nostra destinazione è davvero ancora lunga. 

Nel frattempo chiediamo se da quelle parti ci trova un locale dove mettere qualcosa sotto i denti ma la risposta è negativa e parlando del più e del meno scopriamo che il marito è uno chef e sarebbe anche disposto a farcelo un piatto di pasta…. Per non disturbare decliniamo l'invito e ringraziandoli entrambi ripartiamo. Imbocchiamo via Santa Maria a Macerata e alla prima traversa a destra giriamo raggiungendo sul breve rettilineo il piccolo Borgo e la Chiesa di Santa Cristina (Sec XI). Secondo la nostra traccia dovremmo proseguire diritto ma cancelli e muretti ci impediscono il passaggio e così anche qui dobbiamo fermarci per decidere e controllare il percorso alternativo. E' bellissima quest'avventura dove ogni tanto ci si inventa cartografi di professione. E', però la passione che ci spinge a fare queste cose che magari in un futuro, non molto lontano, verranno proseguite sicuramente da qualcun altro ma per il momento siamo noi a decidere a quale passaggio e dove ci dobbiamo dirigere. Ritornati sulla strada principale giriamo a destra e proseguiamo sulla bella stradina fino al bivio dove seguiamo i cartelli per Sambuca e San Casciano girando a destra. Strada asfaltata, in discesa e uno spettacolo di paesaggio nel mezzo di un grandissimo uliveto che sembra non finire mai intervallato ogni tanto da quegli splendidi cipressi che fanno ancor più nello un paesaggio di per se meraviglioso. Nel frattempo il tempo sta cambiando e il sole che fino a qualche ora fa ci ha accompagnato adesso è un ricordo e quando raggiungiamo la  SP94  qualche piccola goccia di pioggia la vediamo posarsi sui nostri mezzi. Fino a quando rimane così però è comunque passabile sperando dentro di noi che però non cambi in modo repentino. Al bivio giriamo a sinistra ed andiamo a percorrere questo lungo rettilineo che ci conduce nella parte industriale di Sambuca dove quando arriviamo un profumo di dolci si libra nell'aria facendoci venire ancor più fame di quella che già abbiamo. 

Capiamo dopo il motivo di questi profumi, sono alcune fabbriche alimentari, che nel frattempo superiamo, che emettono questi buonissimi odori. Siamo anche fortunati perché troviamo, dopo la curva a sinistra, la Pizzeria/Trattoria Schioccapalle  che sta chiudendo (effettivamente è un po' tardi sono le 14:30) ma vedendo le nostre facce da poveretti il proprietario si mette una mano sulla coscienza e ci invita ad entrare. Non sarà in grado di farci un piatto caldo ma un buon panino e una buona birra media ci sta tutto. Allora panino con prosciutto crudo toscano e pecorino per tutti. Qualità della merce davvero ottima ed anche la quantità così abbiamo anche il tempo di far riposare un po' le membra dopo che abbiamo percorso più della metà del percorso. Ci rimane solo di bere un caffè, saldare il conto e ripartire così adesso avremo anche più voglia e soprattutto forza anche per le eventuali salite che sicuramente troveremo. Uscendo dal parcheggio ci riportiamo sulla provinciale e ne percorriamo solamente 300 m per girare poi a destra ed iniziare, sulla curva, la salita su via Ghirlandaio che poco dopo arriva sul ponte che supera il Raccordo autostradale Firenze-Siena ed arriva poi al bivio con la  SP101  quando raggiungiamo la località Morrocco. Anche in questo tratto siamo costretti a seguire la strada provinciale che però lasciamo dopo circa 1000 m quando troviamo alla nostra destra troviamo le indicazioni della strada del Cerro.  Stradina sterrata che passa prima nel mezzo di uliveti e successivamente nel mezzo di un bosco e quando ne usciamo siamo nuovamente all'interno di un grande vigneto. 

La strada in falsopiano arriva quindi ad un incrocio dove giriamo a sinistra e seguiamo adesso Strada della Pieve. Contesto bellissimo anche in questo angolo di Toscana dove siamo circondati dal verde dei vitigni, da case arroccate sulla collinetta quasi a far da guardia al paesaggio e da tante strade bianche che partono in ogni direzione per raggiungerle. Proseguiamo in leggera salita e quando il vigneto termina per lasciar spazio all'uliveto eccoci arrivati ai piedi della Pieve di San Pietro in Bossolo (Sec. X - Deriva il suo nome da "in buxula" che era il nome con cui negli eserciti romani si definiva la cassa imperiale. Il luogo su cui sorge la chiesa era abitato già dal V secolo, dimostrabile grazie ad una iscrizione, qui ritrovata nel XIX secolo, risalente al 424 d.C.). Sarebbe stato bellissimo vederne l'interno ma, sul muro esterno alla Canonica, c'è un cartello che informa che la Chiesa è aperta solo il Sabato e la Domenica…. (misteri tutti italiani, questi, dove abbiamo un patrimonio bellissimo da vedere che però è subordinato solo a queste scelte che sinceramente non condivido). Peccato perché chissà quando ripasserò da queste parti in mountain bike. Abbiamo però il tempo di scattare tante belle fotografie dell'esterno e del bel campanile che si trova sulla parte antistante e del bel portico accessibile, a gradini. Sul terrazzamento davanti alla chiesa si gode di un bellissimo paesaggio che sulle tantissime colline e sui paesini che si vedono in lontananza tutti arroccati. Nel frattempo il meteo è cambiato nuovamente ed adesso un po' di sole, ogni tanto, fa capolino tra le nubi e il brutto tempo sembra essersi spostato più a nord rispetto a dove ci troviamo. Ci riportiamo sulla strada, che nel frattempo è diventata asfaltata e proseguiamo in discesa fino ad incrociare la  SR2  entrando a Tavernelle Val di Pesa. Giriamo a sinistra e ne percorriamo poco più 300 m. poi giriamo a sinistra, davanti al Consorzio Agrario, seguendo via Spicciano che con un andamento in falsopiano ci porta fuori dalla case del paese passando per il Castello del Nero (Sec. XII). Dopo una breve pausa, per vedere da vicino questo grande edifico adesso adibito a Hotel 5 stelle sup. e scattare qualche fotografia ci rimettiamo in viaggio e raggiungiamo, poco più avanti la Chiesa di San Romolo (Sec. XIII) a Tignano con il bel campanile che si erge nel mezzo della campagna tra uliveti e vigneti. 

Sono quasi sempre l'ultimo del gruppo, perché la mia passione mi porta spesso a fermarmi ed a immortalare, con la mia macchina fotografica questi bellissimi paesaggi che man mano passano davanti agli occhi. Passando davanti alla chiesa, sulla sinistra, a fianco del piccolo piazzale, c'è una casa al cui esterno c'è un muretto ad altezza giusta per potersi sedere e trovo un vecchietto che vedendomi passare per ultimo mi saluta. Intanto mi fermo per scattare la fotografia alla chiesa ed iniziamo a parlare.. Mi racconta del paese, che troveremo più avanti, un vecchio castello dell'anno 1000 e di tante belle cose che possiamo incontrare con nomi che, però, non sembrano affatto presenti sulla nostra traccia. Lo ringrazio per le informazioni ricevute e riparto andando a prendere gli amici che nel frattempo, non vedendomi arrivare, si erano fermati poco più avanti. Gli parlo del Castello di Tignano, che troveremo più avanti e si riparte. Percorriamo poco più di 500 m e alla nostra destra troviamo la rampa, in salita, che ci porta all'interno del piccolo Borgo fortificato. Passando sotto la volta del grande portone d'entrata entriamo all'interno del piccolo cortile dove si trovano la Chiesa, la cisterna per l'approvvigionamento idrico e il Palazzo dei Begliuomini. (Sec. XI - può essere considerato, grazie alla perfetta conservazione della sua tipica struttura circolare, uno dei migliori esempi esistenti di villaggio fortificato medievale d'altura). Lasciamo questo bellissimo luogo non prima di aver scattato delle fotografie e da dove si gode di un bellissimo paesaggio delle colline circondati dal verde. Riprendiamo la Strada della Valle e in discesa passando nel mezzo della valle del Chianti arriviamo al bivio dove tenendoci a destra imbocchiamo via di Novoli, passando a fianco di un bell'agriturismo,  con la strada ancora in discesa ma ancora per poco perché dopo la curva a sinistra inizia la salita che con una bella pendenza ed una certa lunghezza, 1,5 km pendenza media 7,6% max 10,8%. Lasciamo via di Novoli quando sulla sinistra troviamo via S. Pertini e giriamo per procedere in un tratto semi pianeggiante tra le prime case di Barberino Valdelsa. Arriviamo quindi all'incrocio sulla  SR2   e giriamo a sinistra e con la strada leggermente in discesa andiamo a percorrere gli ultimi chilometri che ci separano da San Filippo a Ponzano dove termina quest'altra tappa.

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