Tappa 10 - San Quirico d'Orcia - Castiglione del Lago


 

San Quirico d'Orcia - Castiglione del Lago
Distance: 62 km - 923 m Ascent - 1051 m Descent

Serata che alla fine si materializza con il ritiro, non molto tardi, nelle camere perchè la stanchezza iniziava a farsi sentire e così di prima mattina siamo già pronti e non ci resta che scendere per la colazione. Una bella fetta di torta un cappuccino e al termine anche un buon caffè ci danno la carica giusta per iniziare nel migliore dei modi la lunga giornata che ci attende. Oggi attraversiamo un un tratto di Toscana per portarci all'interno del territorio della regione Umbria e di cose da vedere ne avremo davvero tante, ma fortunatamente, abbiamo a disposizione anche tante ore su cui contare. Le lunghe giornate che proseguono ancora nei prossimi giorni ci hanno regalato fin qui paesaggi unici ma quella odierna in qualità è forse da mettere al primo posto.

Lasciamo l'albergo Il Garibaldi dopo tutti i controlli del caso ai nostri mezzi e dopo aver caricato la traccia GPS sul nostro navigatore che ci aiuterà quando attraverseremo le bellissime colline che ci condurranno a Pienza, la prima delle nostre mete di quest'oggi. Ci immettiamo sulla  SR2  e ne percorriamo solo 250 m poi giriamo a sinistra sulla  Strada Comunale del Cerrecchio  che ci fa arrivare nell'omonima località e dove l'asfalto termina. Lasciamo, le poche case, alla nostra destra e percorriamo il sentiero che, dopo una breve salita, con una serie di piccole curve ci fa arrivare nel mezzo delle bellissime colline. Il fondo del terreno per il momento è buono e anche se ci sono pozzanghere, vista tutta l'acqua caduta il giorno precedente, che evitiamo con la massima cura per non rimanere invischiati in qualche tratto troppo fangoso.

Purtroppo poco più avanti arriva la sorpresa, la sterrata riprende ad essere viscida e le gomme, come qualche giorno fa, iniziano a non avere più grip e con la mountain bike che, ad ogni colpo di pedale, scoda o gira il manubrio dall'altra parte è impossibile proseguire. Decidiamo di fermarci e di sentire alcuni nostri compagni, che nel frattempo si sono portati un pò più avanti, chiamandoli sul cellulare per sapere com'è la situazione della strada. La risposta è: dove siamo noi è percorribile ma c'è fango ed allora ci guardiamo in faccia e decidiamo di girare le gomme dalla parte dove siamo arrivati e ritorniamo indietro mentre gli altri vogliono proseguire sul tratto originale della traccia, ci vediamo a Pienza. E' veramente un peccato non poter passare tra queste lussureggianti colline, con il verde intenso dell'erba che cambia a secondo della luce in uno spettacolo di paesaggio dove su quasi ogni poggio c'è una casa e dove l'albero simbolo della Val d'Orcia, il Cipresso, non manca mai.

Riportiamo le gomme, sporche di fango un'altra volta, di nuovo sulla strada asfaltata e per arrivare a Pienza seguiremo un tratto di Via Cassia fino al bivio per Contignano, Montepulciano, Monticchiello. Nonostante stiamo percorrendo un tratto secondario della  SR2  il traffico automobilistico è davvero scarso, poche auto, con la possibilità, nostra, mentre pedaliamo, di poterci gustare questi bei paesaggi che, nonostante tutto, riusciamo a vedere anche se siamo su strada asfaltata. Certamente sarebbe stato meglio essere nel mezzo delle colline, ma ci accontentiamo anche così ed in ogni caso procederemo su un tratto molto più lungo rispetto alla nostra traccia originale. Strada pressoché pianeggiante, anzi in leggerissima discesa, che alza notevolmente la velocità dei nostri mezzi e dopo aver percorso all'incirca 4,5 km arriviamo al bivio dove giriamo a sinistra ed iniziamo a percorrere un lunghissimo rettilineo, che passa nel tratto della valle del fiume Orcia

Arriviamo in uno di quei luoghi che ci rimarranno come ricordo per molto tempo, visto la bellezza e la cura con cui è tenuto, sto parlando del Castello di Spedaletto (L'antico castello di Spedaletto non era altro che un edificio fortificato, costruito nel XII° secolo dal religioso Ugolino da Rocchione, luogo di accoglienza per i viandanti e pellegrini che seguivano la Via Francigena). La struttura che è in ottimo stato si può visitare passando per la Porta Principale che è sovrastata dal Mastio ed entrati nel cortile sembra di ritornare indietro nel tempo e si respira ancora l'aria di antico. E' uno di quei luoghi dove ritorneresti sempre visto com'è tenuto e nelle abitazioni all'interno, che compongono il borgo, intorno ad ogni porta e finestra che si apre nei locali (oggi utilizzati per un albergo) piante di rose, tutte con colori diversi, che proprio in questa stagione fioriscono e che lo rendono unico davvero. 

Ci spiace dover ripartire ma ci rimettiamo in sella dopo aver scattato delle foto che ci ricorderanno, un giorno, di essere passati anche da qui. Proseguiamo sulla strada pianeggiante superando il ponte sul torrente Tresa e dopo circa un km arriviamo al bivio con la  SP18  e giriamo a sinistra andiamo, adesso, in direzione di Pienza che già da lontano si intravede in alto sul colle a nord-est del punto dove ci troviamo. La campagna circostante, con campi arati, con diverse colorazioni del terreno, che si estendono in questa piana e il continuo saliscendi delle colline verdi sono davvero uno spettacolo. Poco dopo la strada comincia a salire prima in modo regolare poi quando iniziano le curve in modo più deciso ed iniziamo a fare un poco più di fatica ma si sa, qui, da queste parti per arrivare in uno dei borghi più belli d'Italia bisogna sempre e comunque salire e sarà così anche per le prossime mete che ci attendono. 

Quando ci scappa l'occhio sul GPS e vediamo che le pendenze superano il 10%, ma di poco, siamo comunque contenti perchè siamo almeno alla metà di quella che abbiamo patito salendo verso Montalcino e poco importa se qui il tratto di strada da percorrere è più lungo l'importante è cercare di rimanere in sella il più possibile senza mai forzare troppo, perchè la strada per arrivare alla meta odierna è ancora lunga. Però ad ogni curva, guardando adesso dall'alto, il panorama, non si può non scendere di sella e fermarsi almeno un attimo a vedere questa meraviglia perchè se passiamo di qui adesso, in mountain bike, non è detto che ci ritorneremo presto anche se la voglia di venirci ancora è davvero tanta. Ultima curva, sulla  SP18 , quella con il cartello che indica la strada da percorrere per arrivare alla Pieve di Corsignano (La pieve è una costruzione romanica per lo più risalente al XII secolo, con tre navate spartite da pilastri quadrangolari. Le arcate della parte destra appaiono di una fase più tarda. La parte terminale è oggi priva delle absidi. Più antica è la torre campanaria cilindrica, di influsso ravennate, riferibile all'XI secolo).

Infatti sopra le nostre teste piano piano grossi nuvoloni grigi stanno passando, anche adesso, e non ci resta che proseguire per vedere, se riusciamo, ad evitare di prendere pioggia almeno oggi. Lasciamo comunque la provinciale e seguendo per un brevissimo tratto la stradina che porta alla Chiesa giriamo a destra su via del Fonte che con un bello strappo arriva al bivio con via Santa Caterina e poco dopo superiamo la Porta al Murello o Porta al Prato per entrare nel borgo, Patrimonio dell'Umanità, di Pienza. C'è il tempo di bere un buon caffè e fare rifornimento di acqua fresca prima di proseguire e intanto ci godiamo queste belle viuzze dove passando si respira un'aria diversa e dove "La Città Ideale", voluta da Papa Pio II, (fu uno dei più importanti umanisti della sua epoca per via della sua profonda conoscenza della cultura classica e della sua abilità nel saper cogliere gli aspetti fondamentali dei generi letterari del mondo latino e greco sembra rimasta ferma a quel tempo). 

Seguendo la strada principale, Corso Il Rossellino, arriviamo nella piazza principale, Piazza Pio II, dove c'è la Cattedrale dell'Assunta o Duomo di Pienza (Sec. XV - ll complesso, che sorge sul luogo dell'antica pieve di Santa Maria, ma orientato in modo diverso, fu pensato per essere inserito scenograficamente nella piazza principale della cittadina, la Piazza Pio II, e fu realizzato per volontà di papa Pio II Piccolomini tra il 1459 e il 1462 da Bernardo Rossellino nel corso del rinnovamento della città). ma vi si trovano anche Palazzo Piccolomini (Progettato nella seconda metà del XV secolo (dopo il 1459), per la sua realizzazione il Rossellino si ispirò al Palazzo Rucellai di Firenze, opera del suo maestro Leon Battista Alberti. Il palazzo è uno dei primissimi esempi di architettura rinascimentale). Il Palazzo Vescovile o Palazzo Borgia (L'antico palazzo gotico fu donato da Papa Pio II al cardinale Rodrigo Borgia). 

In un bellissimo contesto che racchiudono tanta bellezza per la cura in cui sono stati costruiti e concepiti dall'architetto Bernardo Rossellino che in pochi anni fece sorgere questo luogo così unico. Attraversando il borgo ci portiamo verso Porta del Ciglio e ritorniamo sulla  SP18  che attraversiamo per scendere nella  Strada Comunale di Pienza-Monticchiello , che devia a sinistra. Solo il primi 50 m sono asfaltati poi il fondo è di brecciolino e la strada bianca prosegue nel mezzo delle colline tra uliveti campi arati dove non manca mai il Cipresso. I primi 2 km sono praticamente in discesa a cui segue un piccolo strappo, nel punto forse più selvaggio di questa stradina, che, dopo la traversa di ingresso di un agriturismo, inizia nuovamente a scendere fino a quando non arriviamo al bivio del piccolo ponte sul Fosso Stagno

Girando a sinistra vediamo che la strada inizia a salire, davanti a noi c'è un rettilineo per cui non nasconde nulla, ma è poca roba e quando arriviamo al bivio successivo, davanti ad un'altro agriturismo giriamo a destra e seguendo il tratto alberato rimaniamo sulla bellissima strada bianca che con una bella curva arriva sul ponte che attraversa il torrente Tresa. Arrivati ad un bivio ci teniamo a sinistra e proseguiamo rimanendo sempre sulla strada principale verso la serie di curve successive. Adesso la strada inizia a salire, ed anche in modo deciso con pendenze che arrivano anche oltre il 14%, ma non ci spaventiamo e diminuendo di molto la nostra andatura risaliamo questo strappo che ci condurrà al Castello di Monticchiello (Sec. XIII).  Questo bellissimo angolo di Val d'Orcia vale la pena di vederlo perchè è perfettamente rimasto come era quando nel 300 è stato costruito ed ha una particolarità, d'estate, diventa una sorta di teatro dove tutti gli abitanti diventano attori. 

Iniziamo la discesa su un sentiero abbastanza tecnico e raggiungiamo le sponde del torrente Tresa che incontriamo poco più avanti. Seguiamo, poi, la sterrata che in discesa ci porta nella valle passando accanto prima ad un bellissimo uliveto e successivamente entrando nel bosco. Uscendone dalla parte opposta, attraversiamo un bel pratone, poco prima di ritornare tra gli alberi e superare un'altro boschetto per arrivare alla radura dove troviamo il guado. Ci fermiamo un attimo per controllare eventuali altri passaggi ma visto la bassezza del livello dell'acqua decidiamo di attraversarlo. Un bel nuvolone nero sta intanto passando, proprio in questo momento, nel cielo sopra di noi. Non sembra voglia rilasciare acqua ma e importantissimo uscire dal bosco perchè non sarebbe bellissimo se il temporale ci raggiungesse proprio in questo punto. 

Superiamo il piccolo guado e una volta arrivati sulla sponda opposta dopo la curva a destra la strada inizia a salire, subito in modo deciso e anche se siamo pronti con le mani sul cambio quando arriviamo a metà della salita siamo costretti a scendere di sella, la pendenza supera il 18% il fondo del terreno è a tratti sassoso e quindi non si ha a sufficienza grip per dare il giusto colpo di pedale, ma nulla di male, si spinge e si contempla questo paesaggio che in questo punto è davvero selvaggio. Questo tratto di strada, se seguita al primo bivio che troviamo alla nostra destra, arriva alle Buche del Beato (grotta nota da tempo immemorabile agli abitanti del luogo e non solo, sotto il nome di Buche del Beato Benincasa dove sembra  il santo fosse frequentemente preda delle tentazioni del demonio che gli si presentava nelle classiche sembianze di caprone. Con la sua forza ascetica il Benincasa lo scacciò e lo costrinse ad andarsene spiccando un salto al di là del profondo baratro che sovrasta il torrente. Il diavolo lasciò le sue impronte nella viva roccia e queste sono visibili a poca distanza dall’ingresso superiore). 

Noi proseguiamo però diritto e attraversiamo il grande pratone dove la pendenza scende un poco, ma che risale quando arriviamo alla curva successiva dove anche gli ultimi 400 m ci fanno sudare non poco sia spingendo che pedalando. Il breve rettilineo successivo, sul Poggio Tullio (541 m), è in falsopiano e poco dopo lasciamo il territorio comunale di Pienza ed entriamo in quello di Montepulciano. La stradina sterrata termina quando raggiungiamo la recinzione di Villa Poggiano, alla nostra destra, che ci scorta fino a quando non incrociamo, dopo una serie di curve, la  SP146 . Tenendo la destra ci immettiamo sulla provinciale e con la strada in leggera discesa arriviamo fino ad incrociare alla nostra sinistra la  Strada di Pescaia  o  Sentiero della via Barlettaia  che con un bellissimo fondo sterrato risale la collina, in direzione del Tempio di San Biagio (La chiesa, opera di Antonio da Sangallo il Vecchio ed esempio dell'architettura rinascimentale toscana del XVI secolo, sorge poco fuori dal centro storico della città, in una posizione isolata).

La bella pendenza della strada ci fa fare un pò di fatica ma dagli scorci che ogni tanto si intravedono sulle colline circostanti in certi momenti non si sente nemmeno. Con continui cambi di pendenza superiamo un'agriturismo e tra uliveti e vigne del famoso vino che si produce in queste zone e raggiungiamo il piazzale davanti alla Chiesa. L'imponente struttura che si erge davanti a noi è bellissima e siamo anche fortunati perchè nonostante ci siano nuvoloni che ci gironzolano sopra la testa per il momento il tempo tiene e così possiamo fermarci un momento ad ammirare l'interno della chiesa e il bellissimo paesaggio circostante. Come sempre, quando si arriva in determinati posti, non si ha mai voglia di ripartire subito ma nonostante tutto si risale in sella e si ricomincia l'ascesa passando accanto alla bellissima struttura della Canonica di San Biagio su una stretta stradina dove la pendenza non scende mai sotto la doppia cifra. Fortunatamente il fondo asfaltato ci fa fare un pò meno fatica ma il lungo rettilineo, che sembra non finire mai raggiunge poi una porta di accesso alla cittadina.

Entriamo all'interno del bellissimo centro storico di Montepulciano e seguendo le viuzze interne, dove troviamo anche tanti turisti che passeggiano con disinvoltura, nonostante la giornata non sia per nulla soleggiata, e qualche goccia di pioggia, ogni tanto, la si sente cadere. Dovremmo raggiungere la Fortezza Medicea (Sec. XIII) passando a fianco della Cattedrale di Santa Maria Assunta (Sec. XVI) ma il meteo ancora una volta ci è contro e quindi decidiamo di iniziare la discesa per avvicinarci il più possibile alla nostra meta odierna possibilmente asciutti. Strade strette che passano nel mezzo del borgo con salite e discese anche ripide per passare accanto alle vecchie mura della Chiesa di Sant'Agostino (Sec. XIII) dove l'arco del passaggio sotto una casa ci fa uscire su un'altra viuzza. 

Girando a sinistra andiamo a superare la piazzetta dove alla nostra sinistra troviamo la facciata della bella Chiesa e su un tratto di pavimentazione abbastanza scivolosa percorriamo le ultime stradine per uscire dal borgo dall'altra porta, Porta al Prato, su via Gracciano del Corso. Procedendo su viale dei Sangallo prendiamo il rettilineo che ci porta davanti alla Chiesa di Sant'Agnese (Sec. XIV). Come in tantissimi monumenti e Chiese, presenti sul territorio nazionale, durante l'orario di pranzo si chiudono le porte ai visitatori perchè oramai è una prassi comune e nulla importa se qualcuno arriva a quell'ora perchè magari è partito da lontano e non ha potuto arrivare prima,  l'importante è rispettare gli orari. Certo, il rispetto è una cosa importantissima per tutto, ma rispettare anche chi arriva in quell'orario, perchè prima ha dovuto percorrere magari un pò di strada e magari ha fatto anche fatica no!!!? 

Lasciamo perdere queste divagazioni perchè non è questo il luogo per fare polemica ma disturba alquanto il fatto che sia dappertutto così e nemmeno dove l'entrata è a pagamento se si arriva negli stessi orari è possibile entrare. Un pò ci dispiace ma, anche quest'oggi, ce ne facciamo una ragione e decidiamo di fermarci a mangiare un panino visto l'orario. Il chiosco dove ci fermiamo è su via della Circonvallazione in fianco alla Scuola Elementare. Un panino e una birra sono più che sufficienti mentre il tempo sta cambiando rapidamente, ma al momento non piove. Partiamo e raggiunto il semaforo prendiamo a destra via Bernabei e non facciamo in tempo a percorrerne nemmeno 200 metri che, guarda caso, inizia a piovere. Ci fermiamo al piccolo parcheggio sulla nostra destra e ci vestiamo, anche oggi, con i nostri k-way e ripartiamo. Con il gruppo compatto proseguiamo la nostra avventura odierna seguendo via San Martino. 

La strada praticamente sempre in leggerissima discesa passa davanti al grande complesso scolastico dell'Istituto Redi e prosegue in direzione della Chiesa di San Martino che superiamo per portarci verso il bivio con via dell'Antica Chiusina che lasciamo alla nostra destra e proseguiamo sull'asfaltata che con un pò di curve arriva al bivio. Prendiamo a sinistra la stradina che ci immette sul  Sentiero 501-Sentiero del Nobile  che si infila in un angolo di campagna bellissimo tra vigneti e ulivi fino al piccolo ponte sul Fosso Salcheto. La bella velocità in discesa non ci fa pensare nemmeno che sta piovendo ma ce lo fa ricordare la salita successiva quando l'intensità aumenta e non c'è riparo perchè in questo punto la strada passa solamente attraverso i campi. Va bene anche così, finché l'intensità è questa siamo ancora fortunati. 

Quando giriamo, a destra, sulla sterrata che va in direzione di un piccolo gruppo di case e poi ritorna nel mezzo dei prati ecco che tutta l'acqua che fino a quel momento abbiamo o siamo riusciti a schivare ci viene versata addosso da un temporale che nonostante fossimo già preparati come intensità è il doppio di quella dei giorni precedenti. Non abbiamo nemmeno il tempo di metterci addosso altre coperture, che abbiamo portato con noi, siamo pressoché fradici e decidiamo ancora una volta di fare dietro front e tornare nuovamente sulla stradina asfaltata per proseguire sempre e comunque nella stessa direzione della nostra traccia verso l'abitato di Acquaviva. Ritornati sulla strada asfaltata giriamo a destra e dopo un tratto ancora in discesa arriviamo alla breve salita che entra tra le case del piccolo paesino. Arriviamo all'incrocio con la via Senese - SP326  e giriamo a destra proseguendo ancora in discesa verso la piccola frazione di Casenuove e il sottopasso della  A1 -Autostrada del Sole.

Superiamo il passaggio a livello della linea Siena-Chiusi e ci teniamo a destra per imboccare la  SP326 -Strada di Rapolano raggiungendo la prima rotonda. Arrivati in località Salcheto prendiamo a sinistra e arriviamo al sottopasso ferroviario della linea dell'alta velocita, tratto Firenze-Roma, e lo superiamo per girare subito a destra e immetterci nel lungo rettilineo, sterrato, che va in direzione del Lago di Montepulciano. Siamo arrivati nel frattempo in Valdichiana ed essendo all'interno di una riserva evitiamo di parlare troppo forte e di rimanere sui tratti pedalabili per non disturbare la fauna. La pioggia intanto non cessa e quando oltrepassiamo la piccola casetta, sede dell'Oasi, giriamo a sinistra e proseguiamo senza fermarci perchè rischiamo davvero di essere ripresi nuovamente da qualche temporale che sentiamo il lontananza con tuoni che sono abbastanza minacciosi. Il lungo rettilineo, su sentiero, ci porta all'incrocio sulla  SP454  e giriamo a destra superando il ponte sul Canale Maestro della Piana e lasciando poche centinaia di metri più avanti il confine tra la regione Toscana ed approdiamo in quella dell'Umbria

La statale di Pozzuolo fa qui una curva a destra e dopo un breve rettilineo una curva a sinistra. Circa al termine di questa curva a destra parte una strada sterrata che è ben visibile. Andiamo a percorrerla e quando gira a sinistra entrando nel boschetto, tutto finisce e guardando il terreno vediamo solo un piccolissimo sentiero, single trail, che risale la collina quasi oramai inglobato dalla vegetazione. Tutto questo però non ci ferma anche siamo costretti a scendere di sella più volte, non tanto per la pendenza, ma per i rami delle piante che occupano quasi tutto il sentiero e non danno la possibilità di proseguire se non spingendo. Sono solo poche centinaia di metri e poco più avanti ritroviamo, a sinistra, una bella vigna ed a fianco la strada che diventa nuovamente sterrata e che sempre tra le piante arriva al piccolo centro di Cozzano.

Pochissime case anche qui con la strada sterrata che in rettilineo ci riporta sulla  SP454  e proseguendo ancora diritto passiamo la località Laviano proseguendo poi, con una serie di curve, fino a Pozzuolo Umbro. La strada che ci porta nella bella cittadina, che si raggiunge passando per dei bellissimi scorci di campagna e di uliveti, ci porta nel centro del paesino dove oltrepassiamo il parcheggio, la Banca ed il Circolo e ci teniamo a sinistra proseguendo sempre sulla provinciale. Appena passato il supermercato giriamo a sinistra ed imbocchiamo viale Milano che, non è nient'altro che una una bella stradina, stretta, in discesa continua  arriva alla località I Bologni e termina all'incrocio con via Bertoni poco distante dal piccolo centro di Piana. La strada a questo punto diventa pianeggiante  e sebbene abbia, nel frattempo, smesso anche di piovere le temperature non sono certo da mese di Maggio e un leggero venticello ci accompagna in questo bel tratto pianeggiante su una stradina dove trovare un'auto è davvero difficile.

Arriviamo al bivio e girando a destra per percorrere via della Libertà ed entrare poco dopo nel piccolo centro cittadino dove, nella piazzetta, si trova la Chiesa di Santa Maria Madonna della Rosa (Sec. XIII) entrando nel SIC Zona Speciale di conservazione Boschi di Ferreto e Bagnolo. Tenendoci a sinistra seguiamo via Bertoni che con un lungo rettilineo va in direzione del sottopasso ferroviario e uscendone dall'altra parte risaliamo leggermente con una curva a sinistra ed arriviamo all'incrocio con la Strada Statale 71-Umbro-Casentinese  SR71ter  e che praticamente attraversiamo per entrare nella piccola stradina che arriva in località Riguttini. La strada 300 m dopo termina e davanti a noi le sponde del Lago Trasimeno. Siamo però ancora un pò bagnati per fermarci e quindi imbocchiamo a sinistra una stradina sterrata che segue la pista ciclopedonale che in alcuni tratti diventa un bellissimo single trail all'interno del Parco Regionale del Lago Trasimeno

Dopo circa 2,5 km arriviamo alla periferia di Castiglione del Lago e ci portiamo nella zona dei campeggi imboccando viale Trappes che oltrepassa il centro sportivo comunale e giriamo a destra sul bel viale I° maggio per poi  arrivare nuovamente sulla  SR71ter . Giriamo sulla stradina di via S. Pellico ed arriviamo al nostro Albergo Le Macerine. Nel frattempo ha ricominciato a piovere, ma oramai abbiamo un tetto sulla testa e non ci preoccupiamo più di tanto e dopo aver consegnato i documenti e ricevute le chiavi finalmente possiamo farci una bella doccia rigenerante sotto una bella acqua calda. Prima però del piacere c'è il dovere, dobbiamo dare una lavata alle nostre mtb che anche quest'oggi di fango ne hanno macinato abbastanza. Terminiamo anche questa consuetudine giornaliera, ma sono i nostri mezzi e senza di loro non potremmo proseguire, e quindi li ricoveriamo nel locale che la struttura ci ha messo a disposizione.

Adesso è finalmente giunto anche il nostro momento e questa volta non ci ferma nessuno e dopo aver sistemato i vestiti inzuppati sui fanc-oil, che accendiamo pure, così che tutto il vestiario e scarpe possano essere pronte per l'indomani, mentre noi con questo bel tepore (mai lo avremmo immaginato di dover arrivare a questo) ci buttiamo sotto la doccia e ci rimaniamo davvero molto o almeno fino a quando il freddo che abbiamo anche nelle ossa passa. Ci diamo comunque appuntamento per le 20:00 sperando che smetta di piovere così da poter visitare la bella cittadina ed andare a mangiare qualcosa. Siamo fortunati, quando usciamo il tempo è notevolmente cambiato anche se quel venticello fresco, di questo pomeriggio, c'è ancora ma camminiamo e ci portiamo nel bellissimo centro di Castiglione del Lago entrando da Porta Senese. Dopo aver superato la scalinata di Piazza Marconi, prendendocela molto comoda, passiamo accanto alla Chiesa di Santa Maria Maddalena (Sec. XI) nella piazza con la bellissima Fontana e le belle stradine del centro storico fino ad arrivare alla Chiesa di San Domenico

Davvero un bellissimo borgo, che è segnalato tra i Borghi più Belli d'Italia. Ceniamo in un bel ristorante dove, se la stagione fosse stata normale, nel meteo, avremmo potuto mangiare su una bellissima terrazza che da sul bellissimo specchio d'acqua in un paesaggio stupendo che già all'imbrunire ci fa ammirare le prime luci dei paesi che vi si affacciano e che si riflettono nelle acque calme. Una buonissima cena a base di Pici con condimenti della zona e poi ancora qualche assaggio di formaggi e naturalmente un buon dolce alla fine non può mancare. E' però giunta l'ora di ritornare in albergo e finalmente riposare perchè anche domani saremo in sella e proseguiremo nel nostro meraviglioso viaggio. Buona Notte.

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