Tappa 02 - Pontedera - Empoli
Distance: 47 km - 626 m Ascent - 618 m Descent
Giornata caratterizzata dal primo mattino con tempo molto ma molto incerto
che fa presagire un temporale da un momento all'altro. Sarà un percorso
completamente diverso da quello che avevamo in programma di fare perché
alcune direzioni, anche se da noi percorse, arrivavano in punti dove era poi
impossibile proseguire (sbarre o cartelli di divieto), vuoi per via del
fango o semplicemente perché il sentiero terminava nel nulla. Abbiamo però
la fortuna di passare per strade, asfaltate, dove il traffico è davvero
scarso o inesistente e raggiungiamo dei piccoli borghi dove le persone che
vi abitano si possono contare sulle dita di due mani. Terreni molto umidi e
tanto fango con diverse inversioni di rotta anche dopo aver pedalato qualche
ora su delle bellissime strade bianche che i navigatori segnalavano
percorribili ma che si perdevano poi nel mezzo di grandi prati. La passione
però è passione e nonostante tutto e con qualche sintomo di stanchezza
abbiamo ripreso la nostra strada per arrivare alla meta di Empoli.
E' il secondo giorno di questo itinerario e questa notte, come al solito,
ha piovuto a dirotto ed anche di prima mattina qualche goccia d'acqua
scappava. Dopo la bella nottata tranquilla presso l'Hotel Il Falchetto a Pontedera, la mattina, non prestissimo, scendiamo nell'apposita saletta per una bella colazione a base di caffè, cappuccino, latte, tartine,
cornetti e che ci danno modo di iniziare la giornata nel migliore dei modi. Dopo aver recuperato nell'apposito locale, messoci a
disposizione, le nostre mountain bike iniziamo i preparativi per la
partenza. Siamo su via della Misericordia e davanti a noi, oltre il
parcheggio, la Chiesa dei Santi Jacopo e Filippo (Sec. XIX - I campanili,
fatti saltare in aria durante la seconda guerra mondiale, furono
successivamente sostituiti da uno svettante campanile in cemento
armato).
Sistemate borse, controllate le pressioni dei pneumatici e saliti in sella
partiamo. Percorriamo a sinistra via della Misericordia seguendo il senso
unico e arriviamo all'incrocio con via Alessandro Manzoni dove giriamo a
sinistra e ci portiamo all'incrocio con viale della Repubblica e quindi via
Risorgimento ed arriviamo al sottopasso della linea ferroviaria che
superiamo e ci portiamo subito a sinistra entrando nel piccolo vialetto che
in leggera salita entra nel Parco Montagnola. Arriviamo nei pressi
dell'argine del fiume Era e ci teniamo a sinistra per proseguire sul tratto
ciclo pedonale superando un'altra volta la linea ferroviaria ed arriviamo
all'incrocio con via G. Matteotti. Giriamo a destra e arriviamo all'incrocio e lo attraversiamo andando a
percorrere viale Italia. Giunti alla rotonda giriamo a destra e imbocchiamo
prima via C. Colombo e successivamente tenendoci a sinistra via E. De
Nicola.
La strada non è eccessivamente trafficata e ci porta al sottopasso
della SR439 (Strada statale Sarzanese-Valdera) terminando
all''ingresso del parcheggio dove troviamo il Lago Braccini (lago artificiale
della vecchia fornace Braccini), utilizzato per una delle ultime discipline
sportive il Cable Wakeboard (Sport acquatico da tavola che nasce dalla
fusione tra lo sci nautico e lo snowboard). La stradina sterrata passa
accanto alla sponda e secondo il tracciato, caricato sul GPS, dovremmo
proseguire sempre diritto ma il sentiero è sparito nel verde e siamo quindi
costretti a fermarci per controllare quale strada alternativa seguire.
Visualizziamo alcuni tratti sterrati che partono a monte e prendiamo a sinistra seguendo il bel sentiero che segue ancora le sponde dei
laghi. Arriviamo su via delle Prunacce e giriamo a sinistra percorrendo un
breve tratto di strada asfaltata e poi ci teniamo a sinistra per andare ad
imboccare la sterrata che con un'ampia deviazione ci porta all'incrocio con
via Montecastello.
La attraversiamo e risaliamo l'argine di un tratto del Canale scolmatore dell'Arno e passato il
piccolo ponticello seguiamo il single trail che arriva e rimane a ridosso
del boschetto deviando poi a sinistra in direzione della piccola frazione La
Rotta. Quando il sentiero termina arriviamo in via San Martino di Sotto e
con una leggera salita andiamo ad imboccare a destra via E. Capecchi.
Al primo incrocio giriamo a destra e cosi al successivo andando
su via di San Gervasio per superare il sottopasso della FI-PI-LI. La leggera salita ci porta davanti al piccolo Camposanto ma seguendo la rotta del GPS cu ritroviamo in punti dove fango e sentieri terminano davanti ad un boschetto. Con i mezzi a disposizione, GPS, Cellulari e programmi vediamo
che seguendo la strada Comunale di Palaia-La Rotta arriveremo comunque a
intersecare la nostra traccia originale. Breve consulto e controllo del
tracciato e poi si parte. La strada è asfaltata ma non c'è segno di
traffico, nonostante faccia parte dell'Itinerario della Strada del Vino
delle Colline Pisane e scorre tra vigneti e boschi in una parte del
territorio coperta da macchia mediterranea a cui si associano tratti di
vigneti colline di uliveti.
Nel frattempo il cielo è un
continuo passaggio di nuvoloni che non promettono nulla di buono ma per il
momento non piove. Proseguiamo sempre in leggerissima salita e andiamo a
percorrere una serie di curve e in questo tratto incrociamo anche diversi
ciclisti, con bici da strada, che provengono dalla direzione opposta alla
nostra. L'andatura abbastanza regolare del gruppo ci consente di
scambiarci qualche battuta che non fa mai male anche se quasi sempre
rimaniamo in fila indiana per non dar fastidio ai pochi mezzi che nel
frattempo ci sorpassano. Con l'umidità nel mezzo dei boschi, che stiamo attraversando, sia alta rimaniamo comunque al fresco nonostante siamo oltre la metà del mese di maggio. Arrivati nel piccolo borgo di San Gervasio, poche case
davvero, proseguiamo senza nessun intoppo in direzione di Colleoli. Quando
arriviamo qualcuno ha visto il cartello del Circolo Arci associando tutto
questo alla possibilità di poter bere un buon caffè per poi proseguire con
più lena nel proseguo del percorso. Lasciamo così la strada e ci inoltriamo
nella stradina che porta nella piazzetta San Bartolomeo, dove ci sono dei
tavoli e alcune sedie. Troviamo anche una persona a cui Luigi chiede se è
possibile bere un buon caffè…. La risposta è rassicurante… certo, li davanti
c'è il Circolo…. Ci giriamo e con nostro stupore vediamo la porta chiusa…..
Rimaniamo un po' basiti e girandoci verso questa persona chiediamo se è
giorno di chiusura…. ma con fare da prendere per i fondelli ci informa che
non è giorno di chiusura ma il Circolo apre alle 20:00… son cose che succedono..... stop....
Riportatici sulla strada principale
prima di ripartire controlliamo i nostri GPS per vedere se da dove ci
troviamo sarà possibile ritornare in traccia…. Sembra semplicissimo, il GPS
segnala che la sterrata che parte alla nostra sinistra in discesa dopo un
bel tratto in discesa risalendo dalla parte opposta della collina ci riporta
proprio sul sentiero che in origine è stato tracciato. Siamo ovviamente
contenti di poter lasciare la strada asfaltata, siamo biker, e così ci
dirigiamo in discesa verso la valletta sottostante dove scorre un torrente.
Poco dopo arriviamo nel mezzo della valle e seguendo la traccia più ovvia,
tenendoci a sinistra al bivio, iniziamo la leggera risalita, dopo aver
superato il piccolo ponte sul torrente, ed una volta girati a sinistra non
percorriamo più di 150/200 m e ci troviamo una grande sbarra con un bel
cartello davanti: "Proprietà Privata Vietato l'Accesso". Per non avere
nessun tipo di problema, ma sopra tutto non conoscendo il territorio,
decidiamo di ritornare indietro e provare dalla parte opposta proseguendo,
una volta raggiunto il bivio, a destra. Questa volta ci vado io a
controllare il sentiero ma, dopo la curva a destra, il fondo diventa molle e
sulle gomme della mia mtb già si è formato un bello strato di fango che non
lascia presagire nulla di buono. Ritorno indietro e informo gli amici, anche
se è abbastanza evidente, da quello che riporto sulle gomme che da li non è
possibile passare.
Certo, la voglia di fare sterrate e sentieri è sempre
tanta, chi come noi che da tanti anni è in sella alle mtb lo sa, ma noi
siamo qui per seguire un percorso che una volta tracciato permetterà a
chiunque di poterlo seguire in tutta sicurezza e senza problemi. Se
questi sentieri son così inzuppati, adesso, significa che non in tutti i periodi dell'anno sono
percorribili e quindi per segnare un tracciato che sia valido sono
assolutamente da evitare. Ci piange il cuore ma dobbiamo ritornare sui
nostri passi e sulla strada asfaltata, ma adesso ci toccherà impegnarci nella
risalita fino a Colleoli, con un bel tratto sterrato dove le pendenze
superano il 10%. Il peso dello zaino, che ci portiamo in spalla, non ci
permette di alzarci sui pedali però ci fa comodo quando ci sono tratti in
cui il terreno è un poco più bagnato perché c'è più grip sulle gomme e non
scivolano. Riprendiamo la strada asfaltata e superiamo alcuni poderi su una
strada che attraversa colline piene di uliveti.
Arrivati nel territorio
comunale di Palaia e superato il cimitero dopo alcune curve alla nostra
sinistra la bellissima Pieve di San Martino (Sec. XIII - L'edificio, in
cotto, è decorato da archetti pensili). Bellissima Chiesa ma, purtroppo, con
le porte chiuse e quindi impossibile visitarne l'interno, dove, leggendo sul
web, al suo interno si trova un fonte battesimale in pietra che faceva parte
di un'antica Chiesa di Santa Maria di Repezzano che è andata distrutta nella
metà del Seicento. Proseguiamo e arriviamo al bivio, dove giriamo a sinistra
su via San Martino ed arriviamo al bivio con la SP36 -Strada
Provinciale Palainese. Incredibilmente troviamo la strada bagnatissima ed in
questo tratto sembra aver piovuto da poco. Percorriamo i tornanti, in
discesa, facendo sempre molta attenzione per via del fondo viscido, raggiungendo il fondo valle e sulla strada semi pianeggiante percorriamo circa
1000 m di rettilineo per girare poi a destra allo spiazzo seguendo il
Cartello che ci indica Eremo e Chiesa di San Martino. (Sec. XIII - che fu
completamente abbattuta e ricostruita dopo aver abbassato la collina di
oltre 7 m, andando successivamente in rovina è stata restaurata interamente
da Frate Daniele).
Salita abbastanza regolare nel primo tratto, poi arriva
la parte più impegnativa quando ci sono i tornanti ma dopo l'ultimo la
pendenza si abbassa e arriviamo ad imboccare il vialetto che ci porta
all'interno del cortile davanti alla chiesa che è aperta e così entriamo per
vederne l'interno che risulta abbastanza spoglio, ma dove il silenzio e il
canto degli uccelli fanno di questo posto un luogo dove fermarsi qualche
minuto in più. Oltre a scattare qualche bella fotografia ci portiamo anche
sul retro dove si gode di un paesaggio davvero unico, mentre sulla parte
sinistra troviamo il chiostro. Davanti a noi, guardando la valle e i paesi
sottostanti, ci sono grossi nuvoloni neri però la voglia di rimanere ancora
qualche minuto in questo posto così tranquillo è più forte ed allora ci
permettiamo un attimo di pausa mangiando qualche barretta. Quando un
nuvolone grigio passa sopra di noi però ci guardiamo in faccia e inforchiamo
le nostre mountain bike ed iniziamo adesso la discesa su strada sempre
sterrata lasciando le poche case della località Agliati dirigendoci verso la
località Fornace. Raggiunto il bivio ci teniamo a destra e proseguiamo
sempre in discesa verso Vallicelle ed arriviamo sul ponte che
attraversa il torrente Chiecina.
Siamo al confine tra i comuni di Palaia e
San Miniato e secondo il nostro navigatore, adesso che siamo rientrati in
traccia, dovremmo girare a destra e seguire la bella sterrata che parte a
destra. Lo facciamo e per un lungo tratto seguiamo le sponde del torrente poi
arrivati, dopo circa 1000 m ad attraversare sul ponte in legno il corso
d'acqua ci accorgiamo che il sentiero che ci segnala il nostro GPS è
praticamente impercorribile a causa dell'erba alta che ha lasciato solo un
piccolo segnale dove una volta, forse, passava. Seguendo, comunque la traccia, ci
addentriamo ancor più nella valle ma purtroppo la sterrata e il sentiero ad
un certo punto terminano e siamo quindi costretti a tornare
indietro. Prima però dobbiamo fare il punto sulla situazione e così ci
fermiamo un attimo per decidere il da farsi. Abbiamo altre opportunità di
seguire un percorso alternativo ma dobbiamo però valutare se sarà possibile
farlo. Secondo le mappe a nostra disposizione se ritorniamo al ponte subito
dopo c'è sulla sinistra un'altra strada bianca che potremmo seguire e
quindi ripartiamo. Ripercorriamo in senso opposto la sterrata e raggiunto il
ponte lo attraversiamo portandoci sulla SP39 -Strada
Provinciale San Miniato-San Lorenzo dove giriamo a destra.
Dopo 200 m
vediamo alla nostra destra una bella strada bianca che entra a destra nel
mezzo di un bel viale di cipressi, peccato che ci siano dei cancelli e che
sia una strada privata. Dobbiamo saltare anche questa e procediamo quindi
ancora diritto. La strada in questo punto è davvero trafficata i
rumori dei camion, autoarticolati, che ci mettono in apprensione, ma
fortunatamente una volta passati un paio di questi mezzi tutto il resto dei
veicoli che ci sorpassano sono auto. Superiamo il Crossodromo Santa
Barbara e con la strada che devia a sinistra arriviamo in discesa in
località La Serra. Siamo anche fortunati perché troviamo aperto il Bar
Vando dove ci fermiamo per mangiare almeno un panino. Scegliamo delle
focacce toscane con sugo di pomodoro e prosciutto accompagnate da due belle
bottiglie di birra e forse la fame o la voglia di mettere qualcosa sotto i
denti le divoriamo. Dopo un buon caffè e un colloquio con alcuni avventori
che nel frattempo si sono portati all'esterno per guardare le nostre mtb
ripartiamo e adesso la nostra meta è San Miniato. Percorriamo a questo punto
un lungo tratto, 4 km, di statale passando dalla piccola località Le
Tombe e arrivati al bivio, dove la statale gira a sinistra, noi
proseguiamo invece diritto seguendo il rettilineo di via Gargozzi.
Percorriamo il lungo rettilineo della stradina e non appena passiamo davanti
ad una casa sentiamo voci che ci indicano che stiamo percorrendo la strada
dove la salita per il centro cittadino è davvero la più dura.
Siamo però arrivati fin qui e non abbiamo nessuna voglia di ritornare
indietro un'altra volta e così ringraziandoli per l'avvertimento
proseguiamo. (Pensiero del momento... Cavolo ne avevamo bisogno perché
quest'oggi di salite ne abbiamo fatte sin qui davvero poche,.... forse).
Raggiunto l'incrocio giriamo a sinistra su via Fornace vecchia e la strada
inizia quasi subito a salire con un bel rettilineo e poi curva a destra e
qui già ci dobbiamo impegnare a fondo perché le pendenze sono oltre il 12%.
Dopo la curva la strada ci fa respirare un poco e arrivati alla successiva,
a sinistra, si impenna nuovamente e sarà così fino a quando non arriviamo
all'incrocio con la SP39 . Giriamo a destra e andiamo a percorrere via
Roma che attraversa le case e come primo angolo di questa splendida
cittadina incontriamo la Chiesa della Santissima Annunziata (Sec. XVI)
e poco più avanti Palazzo Grifoni ora Sede della Fondazione della Cassa di
Risparmio di San Miniato.
Risaliamo per la strada che devia a destra ed incontriamo i Loggiati di San
Domenico che sono il Chiostro della Chiesa di San Domenico (Sec. XIV) e più
avanti seguendo via A. Conti arriviamo in piazza della Repubblica dove
troviamo il grande Seminario Vescovile (Sec. XVII) e per ultimo la grande
scalinata che risale verso la Chiesa del Santissimo Crocifisso (Sec. XVIII-
che custodisce all'interno un Crocefisso Ligneo del XIII Sec. Ritenuto
miracoloso). Vorremmo salire ma le scale dopo la prima rampa sono chiuse per
lavori di restauro. Proseguiamo con la strada che esce dal paese e ci
apprestiamo ad iniziare la discesa quando ci accorgiamo che dal gruppo manca
Luigi.
Torniamo indietro e lo vediamo trafficare vicino alla ruota anteriore. Ha
bucato, incredibilmente su un tratto asfaltato e fortuna vuole che non
avevamo già preso la forte velocità che in discesa, quando è possibile,
facciamo… sarebbe stato molto peggio e con qualche altro problema. Ci
fermiamo tutti e con l'aiuto di spray e bombolette riusciamo a
riparare il danno, in pochi minuti, però nel frattempo si è alzato un bel vento che non porta
nulla di buono perché le nuvole, nere, che erano lontane, sulla pianura,
stanno procedendo velocemente verso di noi.
Ritorniamo indietro ed iniziamo
la discesa ed arrivati su via dei Mangiadori superiamo la Statua di Leopoldo
II ci teniamo a destra ed iniziamo la discesa sulla SP40 che
arriva alla località La Scala. All'incrocio giriamo a destra e ci immettiamo
sulla strada statale SS67 ed iniziamo il lungo
rettilineo che passa per Palazzo Torto. Ci fermiamo, poi, al distributore
perché le nostre mountain bike hanno davvero bisogno di una lavata essendo
quasi diventate irriconoscibili, dopo il tanto fango di ieri e quello di
questa mattina. Facciamo una cosa veloce perché nel frattempo il tempo sta cambiando ed in men che non si dica riprendiamo il nostro itinerario proseguendo sempre diritto e sul ponte attraversiamo il fiume Elsa
entrando a Ponte d'Elsa. Siamo quasi arrivati a Empoli, mancano pochissimi
km e non ci resta che aumentare un poco la nostra andatura se vogliamo
arrivare in albergo ancora asciutti. Entriamo nella cittadina superando alla
rotonda il centro commerciale e tenendoci a sinistra arriviamo a passare le
rotonde successive per tenerci a destra. Alla seconda il traffico è davvero molto intenso ma è l'orario di rientro dal lavoro e quindi in queste condizioni è abbastanza plausibile. Lasciamo la
statale quando proseguiamo diritto su via della Repubblica e poi giriamo a
destra su via San Rocco. Al bivio ci teniamo a sinistra e percorriamo
via Benvenuto Cellini girando poi, in fondo, a destra su via Arnolfo di
Cambio. Il senso unico ci fa girare poi per forza su via G. Verdi e quindi a
sinistra per arrivare nei pressi della stazione ferroviaria ed all'albergo
dove passeremo la notte. Ce l'abbiamo fatta senza prendere un goccio d'acqua
ma facciamo in fretta a sistemare i nostri mezzi perché adesso inizia a scendere qualche goccia per davvero, ma oramai siamo a tetto e
quindi non ci importa più di tanto. Tanta fatica oggi, mentale per cercare
percorsi alternativi a quello disegnato a suo tempo a tavolino e fisica per
le continue salite e discese che ci sono sul tracciato, ma soddisfatti
perché anche quella odierna è stata davvero un'avventura.
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